Il merletto, il ricamo e le trine sono un’arte dolce e armoniosa che esprimono i momenti della storia, del costume e soprattutto sono espressione di sentimento e sensibilità di un lavoro femminile.
Ci parlano di favole, di belllissime damine o principesse chiuse nei loro castelli alla luce di qualche raggio che a fatica penetra nelle piccole finestre del castello; di luce tremula di qualche candela, davanti alla quale delicate mani fanno spuntare su tele bianche, come per magia, rami fioriti, farfalle posate su petali di un fiore, uccellini in volo.
Cenni sulla storia del merletto
Dalla sensibilità di questi animi romantici del passato è nata la meravigliosa arte del ricamo, che in particolare era il passatempo preferito anche dalle nobili dame del 500. Da allora tanti e tanti anni hanno cambiato usi e costumi ma quello di un lontano passato non è tramontato mai poichè è stato tramandato di generazione in generazione.
Il ricamo il merletto e le trine
Il merletto esercita un fascino per le trasparenze, per l’armonia tra pieno e vuoto, per essere simbolo di eleganza e di grazia. La sua storia nasce a Venezia verso il 1400. Il merletto possiamo definirlo come un tessuto trasparente lavorato con l’ago, con i fuselli o con l’uncinetto, cucendo, annodando, intrecciando fili doro, d’argento, di seta e di cotone manche di lino.
Nel 700 si assiste ad un aumento di merletti che vengono usati per ornare l’abbigliamento maschile soprattutto a sottolineare scolli, risvolti e maniche. Inoltre i merletti vengono usati per adornare gli altari e la biancheria da letto.
Lavori finissimi venivano eseguiti da abilissime mani che assicuravano alle merlettaie un lavoro dignitoso e compatibile con la vita familiare. Alcuni scritti sull’argomento riportano la tecnica del fusello ancor prima del rinascimento, questi hanno raggiunto il più alto valore a Venezia.
Il merletto a fuselli deriva dalla tecnica della tessitura della passamaneria.
I passamantieri tessevano bordure e galloni al telaio e intrecciavano su lunghi cuscini per mezzo di spilli attorno ai quali venivano messi dei fili che erano arrotolati su dei pesi di piombo di osso o di legno perchè non si ingarbugliassero tra loro. Il merletto ad Ago è l’invenzione delle ricamatrici veneziane che ispirandosi alla tecnica del ricamo a fili tolti iniziarono a sfilare dalla tela un certo numero di trame e a ricoprire quelle restanti con un punto festone in modo da formare una sorta di disegno a quadretti riuniti da altri fili lanciati realizzando la tecnica del ricamo a giorno. Più in la poichè era necessario togliere un gran numero di fili le ricamatrici veneziane iniziarono a costruire esse stesse il reticolo di fili: era nato il merletto ad Ago. Le due tecniche si distinguono in:
- quella dei fili tirati nella quale si trova uno scheletro di tela, e definita “reticello”,
- invece la struttura costruita dalla merlettaia su un supporto di filo è stata chiamata “punto in aria”.
Il passaggio da una tecnica all’altra non è certa ma sembra alla fine del primo IV del secolo VI. Verso la fine del 1600 i più antichi ed importanti libri guida per i merletti ad ago e fuselli furono pubblicati a Venezia il primo è quello di Matia Pagan intitolato “Giardinetto Novo di Punti Tagliati ed Gropposi Per Esercitio ed ornamento delle donne” pubblicato a Venezia nel 542 che tratta di ricamo. Inoltre sembre a Venezia compare l’opera “Le Pompe” dove c’è la possibilità di visionare modelli per merletti a fuselli. Queste opere dedicate alle donne della nobiltà vennero utilizzate da tutte le classi sociali. Anche in Germania escono libri di modelli per merletti, celebri sono quelli pubblicati nel 1600 e 1620 da Isabella Catania Parasole e lucrezia romana che propongono motivi geometrici, stelle, rosoni, mosaici ecc. Verso la fine del 1500 la nobiltà e la ricca borghesia fa largo uso di merletti applicati soprattutto l’uso del merletto si espande nelle grandi città d’europa, spagna, nelle fiandre ma anche a Venezia. Sono famosi i colletti di Elisabetta I d’Inghilterra. La moda si evolve ma il merletto eserciterà sempre un fascino per la grazia e la bellezza. Grazie all’intenso scambio artistico ed intellettuale nell’europa del rinascimento si dà origine ad una diversificazione di stile, alla concorrenza e all’esigenza di fabbricare in proprio i prodotti necessari all’eleganza evitando l’importazione. Anche lo stile del merletto si trasforma. Intorno alla metà del 1600 appare un merletto nuovo “Gros Point de Venice” il disegno si arricchisce di volute, di fiori ed è apprezzato dagli uomini e dalle donne.
In Francia il Collbert non si accontentò dell’imitazione del merletto italiano, puntò sulla produzione di un merletto originale francese chiamato “Point de France” che si differiva per la maggiore leggerezza.
Verso la fine del 1600 l’industria del merletto francese subì un notevole rallentamento a causa dell’emigrazione di questo declino ne approfittraono le merlettaie italiane e quelle delle Fiandre che si erano impadronite dei segreti del merletto francese.
Questo consentiva la produzione di merletti di grande dimensione con la collaborazione di più persone. I singoli elementi venivano poi uniti su un fondo realizzato a fuselli o ad Ago.
I più importanti centri di merletto a fuselli che fiorirno in Italia furono genova e Milano.
Il merletto genovese è un merletto a fili continui con motivi di rosono e fiori stilizzati . Il merletto di Milano è un merletto a fuselli a pezzi riportato, simile a quello delle fiandre ma nuovo nello stile.
Nel 1700 il merletto si specializza: per il merletto a fuselli si parla del merletto di Bruxelles, di Malines, di Valencienne e per il merletto ad Ago di Sedan e Argentan.
Il merletto di Bruxelles ha il pregio di esser eleggero morbido e spumeggiante usato dalle donne viene applicato sugli abiti e sulle scollature. Anche in Italia il merletto a fuselli e ad ago viene prodotto ovunque.
In Lombardia viene prodotto un altro tipo di trina a fuselli che porta il nome di Milano, quì i fuselli tessono un nastrino dal vivagno trasparente che gira a disegnare volute, fiori, figure di animali, stemmi e simboli religiosi su un fondo che si trasforma da quello a barrette a quello più leggero a barre esagonali. Per la facilità con cui si lava e si stira è adatto ad ornare camicie a reti di chiesa e corredi da sposa.
Si lavora in tutta la Lombardia e particolarmente a Cantù zona classica del merletto a fuselli. La trina di Cantù si ispira a motivi classici, intrecci decorativi a base di foglie, segni zodiacali, figure mitologiche che formano composizioni di grande grazia ed armonia.
Le trine dette meridionali vengono in gran parte dall’abruzzo e dalla Sicilia.
Pizzo Rinascimento in Sicilia
Il Pizzo Rinascimento trae il suo nome dal periodo storico in cui ebbe diffusione. Nel rinascimento infatti abbondava l’uso di trine e merletti per cui venne adottato per sveltire i tempi di lavorazione del merletto venezia, che era bellissimo ma di difficile e lunga esecuzione. Non c’è dubbio che il pizzo a Tombolo sia molto più prezioso, ma è anche molto più difficile da imparare e di lunga lavorazione.
Il pizzo rinascimento può sostituirlo egreggiamente per lavori che non siano di eccessivo pregio, ma che nel contempo devono risultare importanti e d’effetto. Un’altro problema per l’esecuzione odierna del pizzo rinascimento è la difficoltà nel reperire gli schemi ma si possono utilizzare schemi per il tombolo che nelle loro forme più semplici sono facilemente adattabili. Per la lavorazione a Pizzo RInascimento abbiamo bisogno: della spighetta, che è la trina che acquistiamo già tessuta.
Si trova nei colori bianco ed ecrù, di diverse forme e dimenzioni.
Della tela cerata, che è un tessuto pesante e non scivoloso sul quale va riportato il disegno del emrletto che vogliamo eseguire, e sulla quale poi verrà imbastita la spighetta ed infine del filato.
Questo va scelto in base alla misura della spighetta.
Lavorazione
La spighetta viene cucita sulla tela cerata seguendo lo schema su di essa riportato. una volta fissata bene la spighetta, si eseguono le barrette (le stesse dell’intaglio) ed un sopraggitto che fissa ed ha forma alla spighetta. I punti di riempimento sono tanti e di grande effetto per donare importanza e bellezza al nostro lavoro.
Please could you help me in a research to find portraits – paintings showing the use of a bobbin or stitch lace within high society circles (aristocracy, clergy, middle classes in Italy. Thanks for your help.