Vuoi conoscere le origini del ricamo? Artedelricamo ha pensato di percorrere insieme a tutte le appassionate di ricamo la storia di questa antichissima attività creativa cercando di comprendere e conoscere le origini e le tradizioni che ci sono state tramandate di generazione in generazione dalle nostre nonne, dalla mamma o dalle amiche.
La parola ricamo deriva dal termine arabo Raqam che significa disegno, segno ripassato con l’ago e con un filo che puo’ essere di lana, seta, lino, cotone e, a volte di oro e d’argento.
Il termine ricamo indica non solo l’attività di artigianato tessile creativo del ricamare ma anche il prodotto di questa attività che consiste nell’eseguire, con ago e filo, decorazioni su tessuti di diverso tipo: seta, lino, lana, cotone, damaschi ecc. Esistono inoltre altri materiali come perle, strass, nastri e cordoncini che contribuiscono ad abbellire e arricchire il ricamo.
Ciò che caratterizza il ricamo dalle altre forme artistico-creative è che gli antichi punti di ricamo come il punto catenella, il punto erba, il punto filza, il punto impuntura ed il punto croce continuano ad essere ancora oggi i punti base del ricamo.
Mentre l’abilità nel realizzare un lavoro varia e consiste nel saper adattare i diversi punti di ricamo in un disegno e nell’eseguire i punti di ricamo in maniera precisa e uniforme. Per le principianti basteranno alcuni esercizi per prendere dimistichezza con ago, filo e tessuto!
Origini del Ricamo
I primi reperti di ricamo provengono dall’oriente: in cina sono stati trovati antichi ricami eseguiti amano con piccole strisce di carta dorata e argentata, simboli ricamati su vestiti, coperte, drappi funebri e tende.
Presso il museo Egizio di Torino è possibile ammirare i più antichi ricami risalenti alla civiltà egiziana, preziosi ricami eseguiti con filati dai colori splendenti ed intrecciati con preziose perline di vetro.
Nell’immagine in alto il re Tutankhamon: nella sua tomba è stata ritrovata la tunica decorata con ricami lungo la scollatura.
Ricamo e Letteratura
Il ricamo viene menzionato nelle maestose opere letterarie:
- La Bibbia dove vengono citati sovente vete, tende di bisso ricamate con lavori di punto;
- L’Eneide dove Virgilio ricorda un mantello donato da Anchise a Cleante con la trama su cui era ricamato un cavaliere che spingeva alla corsa due cervi;
- Nell’Iliade Omero racconta che Paride portò da Tiro e da Sidone ricamatrici molto brave nell’eseguire preziosi ricamo
Storia e Ricamo
Il ricamo era conosciuto da diversi popoli nel mondo, basta pensare ai persiani, babilonesi, fenici, sirani ed israeliani. Presso il museo di Mozia a Marsala è possibile ammirare gli antichissimi aghi e i pesi che servivano per tessere e lavorare la trama dei tessuti.
Viene attribuita ai Frigi l’invenzione del ricamo e del fregio, gallone ricamato o dorato e i Romani lo chiamarono lavoro frigio . Durante il Medioevo, con l’impero bizantino, il movimento dei commerci e le Crociate i ricami orientali si diffusero in molti Paesi europei, incrementando la pratica del ricamo.
Visitando le sale dei castelli, possiamo ammirare le pareti tapezzate da arazzi, tende e trapunte ricamate con diverse scene: leggende cavalleresche, scene di caccia, episodi sacri.
Gli indumenti usati per le incoronazioni del Sacro Romano Impero a Vienna:
- il grande manto imperiale (1133)
- la camicia alba (1181)
- le calze
- le scarpe
- i guanti.
Nascono i laboratori di ricamo anche in Ungheria come quello situato presso la corte di re Stefano e sua moglie Gisella. Il ricamo si diffuse nei diversi paesi europei riscuotendo grenade successo e apprezzamento; con il ricamo vennero impreziositi gli stendardi civici, gli accessori e i capi d’abbigliamento di nobili uomini.
Al 1031 risale il pivale si Santo Stefano d’Ungheria, con parecchie centinaia di figure, ricamate come affermano alcuni studiosi dalla regina stessa con doppio filo d’oro su un tessuto di seta porpora. Il manufatto eseguito a punto a zig-zag, denominato “punto Ungheria”, testimonia l’originalità creativa di questo paese.
Associazioni ed Eventi di Scambio Culturale sul Ricamo
Molte tecniche di ricamo si svilupparono anche in Inghilterra, in Germania e in Francia, in particolare tra il Duecento e il Trecento, vennero istituite corporazioni a difesa dell’onesta esecuzione dei lavori d’ago, eseguiti esclusivamente dalle donne.
Le donne utilizzavano come fonte d’ispirazione scene cavalleresche, immagini di santi guerrieri, le importantissime decorazioni in ferro dei cancelli e dei portali e le varie sculture.
Gli Angioini rappresentano il miglior esempio di social network del periodo, essendo appassionati di ricamo riuscivano a organizzare scambi interculturali con l’Italia, chiamando in Francia mestranze provenienti da laboratori milanesi, veneziani e fiorentini.
Il ricamo che prima veniva eseguito sui paramenti sacri, venne applicato su diversi capi di abbigliamento sia maschili che femminili , i ricami francesi riprodussero soggetti mitologici e classici, soprattutto motivi floreali copiati dal vero.
Il ricamo divenne una vera e propria mania dell’autenticità, al punto che i francesi si facevano arrivare da lontanissimi paesi piante e fiori esotici, molto rari, per poter copiare la bellezza delle linee e dei colori.
Tecniche di Ricamo
Vennero pubblicate delle tavole che servivano ai ricamatori come esempio dei punti di ricamo appresi. L’uso dei ricami fu così eccessivo, che Luigi XIII proibì le decorazioni sugli abiti. Ma questo divieto non fu osservato.
Le tecniche di ricamo si moltiplicarono di anno in anno, i ricami più famosi restano comunque quelli di Fiandra, ritenuti i più precisi e raffinati; quelli della Spagna, sfarzosi per disegno, vivacità di colori e profusione di lustrini e di gemme incastonate; quelli dell’Ungheria, riconoscibili per il punto zig-zag.
L’Arte del Ricamo in Italia
In molte regioni italiane l’arte del ricamo veniva praticata nei conventi dove venivano ricamate e confezionate tovaglie per altari, paramenti sacri, mitre e altra biancheria sacra, i ricami rappresentavano alcuni episodi del vangelo, immagini di santi, volti di cherubini e di serafini, e motivi naturalistici e simboli religiosi.
Nell’Italia meridionale e precisamente a Palermo, intorno all’anno Mille venne istituita dagli arabi un’importantissima scuola di ricamo; i Normanni continuarono la tradizione ed incrementarono la confezione di paramenti destinati alle cerimonie di incoronazione di imperatori, pontefici e principi.
Il Trecento rappresenta il periodo di massima espressione artistico creativa per il ricamo, molte regioni produssero una varietà di ricami la cui tecnica identificava il luogo di originaria invenzione:
- Punto Deruta
- Punto Pisa
- Punto Parma
- Punto Venezia
Le tecniche più utilizzate erano quelle del punto catenella, erba, corallo, raso, mezzopunto, ecc, questi punti di ricamo si trasformavano in preziosi capolavori ed abbellivano gli interni delle chiese e dei monasteri, le abitazioni dei nobili e le case dei signori; molti disegni venivano eseguiti da artisti del tempo come Jacopo Bellini, Antonio del Pollaiolo e Raffaello; quest’ultimo realizzò quaranta cartoni con le storie della Sacra Scrittura, commisionatigli da Francesco I. Molti artisti riprodussero nelle loro opere gli ornamenti ricamati sui piviali vescovili, sulle vesti della Madonna, sui veli delle sante e sugli abiti degli aristocratici.
Cennini scrisse un trattato dal titolo Libro dell’Arte, in cui elencò delle norme sul procedimento tecnico “per servigio dei ricamatori”; a questo lavoro ne seguirono altri dello stesso autore ed altri di autorevoli curatori.
Il seicento fu il secolo per eccellenza del ricamo italiano, caratterizzato dalla riproduzione di simboli e motivi floreali, venivano utilizzati preziosi fili colorati, dorati, argentati, serici, cordoncini e nastri, imitando perfettamente la pittura e addirittura gareggiando con questa fino a creare quell’illusorietà che è simbolo ed effetto visibile dell’arte barocca.
Nel Settecento i ricami continuarono a essere utilizzati per abbellire gli abiti sia femminili che maschili. In piemonte nacque il ricamo bandera, eseguito con filati molto spessi poco ritorti, in lana e dalle sfumature del rosa, del blu e del verde.
Dopo la Rivoluzione francese motivi e disegni di ricamo vennero semplificati, i filati vennero impreziositi da coloratissime perline. Alle fine del XIX sec. venne istituito il movimento Arts and Crafts, fondato da William Morris. Venne fondata la Royal School of Needlework, nel 1872, che rappresento’ l’affermarsi di una moderna tradizione del ricamo nel mondo anglosassone.